FARSI MALE: AUTOLESIONISMO - CHE COSA È - E COME AFFRONTARLO

Non c’è un modo giusto di affrontare la situazione, ma è importante che tu non ti paralizzi di fronte alla scoperta delle cicatrici.

Non credo sia utile sminuire il fatto, come qualcosa di passeggero o passato, perché se un fatto del genere succede, è sicuro che vuole dire qualcosa di rilevante.

Cerca, se puoi, di non farti travolgere dalla preoccupazione, drammatizzare la cosa non aiuterà a fare i primi passi per uscire alla scoperto.

Prova a rimanere in ascolto, anche del silenzio. Perché è importante essere disonibili a rimanere vicino. Non aspettarti, almeno sulle prime, di ricevere molte risposte o spiegazioni. Perché è possibile che chi si fa del male non abbia molte spiegazioni da dare, perché anche lui/lei, non capisce cosa gli succede.

Se non sai come affrontare la situazione, è bene dichiararlo ed esprimere la necessità di cercare aiuto. Perché vale proprio la pena trovare altre vie d’uscita, meno dolorose di questa.

Se ti sembra che la cosa sia più grande di te, parlane con qualcuno di adulto e condividi con lui le tue preoccupazioni.

Se chi sta male in questo momento non vuole chiedere aiuto a nessuno, forse con delicatezza, puoi farti da tramite per lui, almeno in un momento iniziale. Così ti potrai fare portavoce del suo dolore, che in questo momento voce non ne ha.

E’ così semplice. Prendo qualcosa di appuntito, di tagliente come una lametta, oppure una sigaretta accesa. E lo faccio. Schiaccio forte sul braccio, ed ecco il sangue che arriva, subito. E’ più facile di qualunque pensiero.

“Provo dolore”, lo sento, lo vedo, è rosso. Così capisco di essere ancora vivo, e che riesco ancora a gestirlo, a tenerlo sotto controllo. E decido io cosa fare: mi faccio male.

Perché certe volte sto così male, che mi sembra di impazzire. Ho paura di spariredal mondo delle persone che sono capaci di pensare.

“Sto male” e non so come dirlo. “Farmi male” fa diventare reale quello che provo. Perché non è più qualcosa che sta solo dentro di me, ma è qualcosa che io posso vedere e anche gli altri.

“Gli altri”, vorrei che sapessero, vorrei che vedessero. Ma non so se posso fidarmi. “Ho paura”. Potrebbero non capire. Potrebbero spaventarsi.

Penso a tutto ed al contrario di tutto. Mi sembra di impazzire.

La tensione che ho dentro diventa troppo, e allora ho bisogno di tagliarmi. Questo è il mio sollievo: tagliarmi. Così esce fuori tutta la tensione. E torno a respirare.

“Mi vergogno” di quello che ho fatto. E se mi scoprono? Ho paura del loro giudizio. Forse è meglio non dire nulla, tanto adesso mi sento meglio. Forse sta passando.

Ora mi metto la mia maglia quella con le maniche che mi coprono quasi tutta la mano, così sono sicura che non vedranno nulla.

Una canzone: “Borderline”. Nel 2017  il rapper Lowlow racconta una storia che parla di Lara.

Il testo della canzone dice così:

“(…) Lara odia il posto in cui sta, vorrebbe spegnere il sole
Dice “basta!”, va dalla sua amica e le chiede
“Tu non sei stanca di essere invisibile quando sei in corridoio?
Di non vedere niente negli occhi di chi ti guarda?
Io così ci muoio, io così mi annoio
“Ieri stavo sola a casa nel bagno di mamma
Volevo tagliarmi i capelli con il rasoio
Ho messo la mano su una lametta da barba
Mi sono chiesta che prova una ragazza che si taglia?”

Lara si guarda allo specchio, ripensa alla sua amica
Pensa che è una stupida e che non l’ha mai capita, lei
Lei soffre troppo ma fuori fa meno male
Ha bisogno di tagliarsi, vuole sentirsi reale (…)”

Quando ti fai del male, il corpo mostra la ferita, ma dentro di te hai tante emozioni:

• Forse sei arrabbiato, non sai che fare, l’ansia sale , e ti senti più impotenteche mai; Non è semplice riconoscere le proprie emozioni, a volte proprio non ci si riesce. La testa è vuota, i pensieri sono spariti.
• Sei confuso, e spaventato; c’è qualcosa di intenso dentro di te ma non sai come esprimerlo. Desideri riprendere il controllosu di te, sulle tue emozioni, che ti spaventano.
• Ti senti in colpa, per ciò che pensi, per ciò che fai, per ciò che sei; ti senti sbagliato, sempre colpevole, e desideri punirti, a volte senza nemmeno un motivo chiaro.
• Fai fatica a stare con le persone. Spesso ti senti a disagio, inadeguato. Non sai dove metterti, non sai che dire. Vorresti solo sparire.
• Ti senti solo, tanto solo “da far male”. Vorresti tanto trovare qualcuno che ti veda davvero, per ciò che sei e ti porti dentro.

Farti male è la tua soluzione, ma ti accorgi che il male rimane, le paure persistono, e che forse hai bisogno di un aiuto diverso…

I tuoi amici non capiscono, alcuni si spaventano; i genitori e i professori si parlano preoccupati, o a volte si arrabbiano. Ti dicono: “Non sei più quello di una volta”.

Sei solo, non hai più punti di riferimento. C’è una grande confusione dentro e fuori di te. Non ci sono più bone idee. Ne rimane solo una: farti del male.

• ti fai male, e così dai forma alla sofferenza. Esce fuori, diventa reale, tangibile, visibile. Hai la sensazione di capire cosa succede e perché succede. Ti fai male e soffri;
• ti fai male per provare a dire quanto stai male;
• I segni sul tuo corpo mostrano il tuo dolore. Come un tatuaggio, un segno ricco di significati: magari qualcuno potrebbe vederlo e capirlo;
• Ti tagli, ti bruci, segni la tua pelle. Ti senti vivo, perché agisci, perché torni attivo, perché senti qualcosa: il dolore.
• E’ un modo di decidere almeno qualche cosa. E a tratti hai la sensazione di avere sotto controllo la situazione, o almeno il tuo corpo.

L’autolesionismo è un comportamento intenzionale e volontario messo in atto in modo sistematico e ripetuto al fine di danneggiare il proprio corpo  e procurarsi dolore, attraverso lesioni non finalizzate al suicidio.

Ne soffrono il 15-20% dei giovani (adolescenti e giovani adulti).

E’un modo di esprimere il disagio.

Lo scopo principale è alleviare il dolore mentale, quando diventa insopportabile.

Le condotte autolesive comprendono un ventaglio di comportamenti possibili, come: tagliarsi, bruciarsi, procurarsi abrasioni, lacerazioni, colpirsi e provocarsi traumi da contatto.

E’possibile identificare anche altre modalità di ‘auto-danneggiamento intenzionale’, che non comportano un danno immediato al corpo, ma che hanno comunque forti componenti autolesive: l’abuso di alcol, di sostanze psicoattive, la sessualità promiscua, il gioco d’azzardo, il mettersi in situazioni pericolose.

Sei sfiduciato. Hai le prove che nessuno ti capisce. O peggio hai visto che le persone possono arrabbiarsi con te per quello che fai.

Così tieni segreto quel taglio che brucia. Non lo dici a nessuno. Lo nascondi sotto la manica della maglia, lo confondi con i braccialetti sul polso;

Non ho nulla in contrario ai segreti, ma sai una cosa, ci sono situazioni che è difficile affrontare da soli, perché sono questioni così profonde e fragili,che appena le tocchi hai paure di romperle. E allora eviti di toccarle.

Temi che qualcuno cerchi di convincerti di non farti più male, ma tu al momento non ne puoi fare a meno, perché è l’unica cosa che ti da’ sollievo.

Non sempre il mondo è così come lo immagini. Forse c’è la possibilità di essere visti, e non giudicati.

Forse se le persone capiscono cosa ti sta succedendo potranno ascoltati senza zittirti, senza spaventarsi, arrabbiarsi.

Forse potresti cercare dentro di te quel pizzico di fiducia, per cominciare a parlare del vuoto che senti dentro.