COME SI CURA L'ANSIA?

• Bisogna chiarire:
  In quali situazioni quotidiane si scatena l’ansia? 
  Può presentarsi, per esempio, a scuola, sul lavoro, nelle situazioni in cui si deve affrontare una prova (una gara, un esame, una presentazione di fronte al pubblico…) o nelle relazioni con gli altri.
• Come si manifesta? 
  I sintomi dell’ansia sono moltissimi: disturbi del sonno, emicrania, giramenti di testa, nausea, tachicardia, sensazione di panico o di paura, dolori e tensioni muscolari.
• Perchè si reagisce con ansia ad una certa situazione?
  È importante tenere presente che l’ansia non è tutta uguale. I meccanismi emotivi che la scatenano possono esse anche molto diversi fra loro.

La cura di questo disturbo dovrebbe tenere conto del fatto che, a seconda del meccanismo mentale/emotivo sottostante, il tipo di ansia può cambiare. 

Qualche esempio:

Questo tipo di ansia può manifestarsi, per esempio, con la sensazione persistente di non riuscire a portare a termine tutte le attività della giornata. Il tempo non è mai sufficiente, si rincorrono orari e attività da svolgere: “Oggi ho tantissime cose da fare…. Vorrei che fosse già ora di cena per infilarmi nel letto e non pensare più a nulla”. L’obiettivo che ci si pone è la perfetta organizzazionee capita spesso che si passi tutta la giornata a pensare e ripensare come ottimizzare al meglio i tempi e i risultati.

Chi ne soffre:ne soffrono le persone che non si possono permettere di perdere nulla, che non si concedono di sbagliare, o di essere fragili, nemmeno un po’.  Solitamente accompagna la persona nel corso dell’intera giornata. Cosa che per taluni risulta particolarmente stancante e stressante.

Come si cura: è importante comprendere quale sia il vantaggio che il controllo porta alla persona. Dovrà essere un vantaggio alto, perchè il prezzo che sta pagando è altrettanto alto. Ad esempio:

• controllare che tutto sia sempre perfetto può compensare il timore di non valere granché;
• controllare gli orari della giornata, aiuta ad affrontare la paura degli imprevisti, quando la fiducia nel prossimo è scarsa; quindi questa persona può di solito contare solo sulle sue forze. 

Si manifesta di solito con un blocco: ci si sente paralizzati, congelati, confusi. “Le parole non mi escono di bocca, mi sento sprofondare e non riesco a sentire ciò che mi dicono gli altri, le loro parole mi sfuggono, diventano sempre più lontane.” 

Chi ne soffre: chi ha paura di non essere all’altezzadel proprio compito. Di solito emerge in un ambito specifico della vita della persona. Far bene quella determinata cosa può diventare una questione di “vita o di morte”. 

Come si cura: bisogna comprendere qual è il mito affettivo, personale, familiare, sociale che si cela dietro al desiderio del farcela a tutti costi in quel determinato ambito. Perché è così importante?

La fobia scolare (o paura della scuola, dello studio) può essere legata all’ansia da prestazione. C’è una crisi in atto: è in crisi il valore che si ha di sé, come studente, ma anche come persona. Non si riesce più ad attingere alle proprie risorse mentali, affettive e cognitive. È di solito presente un senso di vergogna forte e la convinzione di essere diventati del tutto “impresentabili”. Nei casi più gravi, l’ansia può portare il giovane a ritirarsi da scuola/università. Un caso emblematico è quello dello studente brillante che ad un certo punto non riesce più ad affrontare lo studio o gli esami. Generalmente la ritirata non avviene all’improvviso, ma è graduale e l’ansia può coinvolgere anche le attività in cui la persona non ha mai avuto problemi.

Chi ne soffre: i ragazzi e le ragazze adolescenti e giovani adulti che stanno vivendo una profonda crisi identitaria rispetto al proprio valore e alle proprie risorse di studente e di persona.

Come si cura:È molto importante non banalizzare questa situazione di blocco, ad esempio pensando che, semplicemente, il giovane è svogliato e non ha voglia di studiare. E’ utile aiuta i ragazzi ad uscire dalla vergogna e di solito dal silenzio in cui si sono chiusi. Bisogna cercare di riattivare la rete relazionale attorno a loro. Se non sono pronti a ritornare a scuola/università, occorre attivare inizialmente relazioni meno complesse da gestire. Ad esempio è utile individuare qualcuno che possa “fare da ponte” tra  lui e la scuola, e che lo aiuti a ripartire con lo studio. In queste situazioni non bisogna avere fretta. È molto importante preservare gli ambiti nei quali il giovane in difficoltà possa sentirsi ancora vivo.

Rivolgiti ad un esperto in questo tipo di crisi, se è difficile individuare le priorità del momento.

Relazionarsi con gli altri e vivere esperienze nuove, soprattutto se avvengono in contesti sconosciuti e imprevisti, può essere difficile. Ad esempio ci si sente in pericoloe questo può portare a chiudersied isolarsi come meccanismo di difesa. Questo è un tipo di ansia che può essere connesso all’utilizzo massiccio della rete internet. Infatti, dato che le relazioni “corpo a corpo” diventano impossibili a causa dell’ansia, queste persone spesso spostano la loro vita sulla rete. Incontri, nuove amicizie, passatempi diventano on-line.

Chi ne soffre: chi è convinto profondamente di essere impresentabile ed indegno d’amore. La fuga è l’unica possibilità rimasta.

Come si cura: è molto utile riattivare la propria capacità di amare. E non parlo necessariamente dell’amore tra persone, ma parlo dell’amoreche le persone mettono nel fare qualcosa. Parlo di amore sotto forma di interesse, di impegno, di cura di sé e di quello che abbiamo intorno. È importante riuscire a riconoscere cosa nella vita è degno del proprio interesse. Non deve essere importante per il mondo, ma deve essere una cosa “importante” per te.  Ad esempio, riuscire a risolvere un problema matematico, aggiustare una lampada, cucinare una torta, pulire casa, ecc. 

L’insonnia è un sintomo che può accompagnare alcuni stati ansiosi. Ci si sveglia con la sensazione di non aver dormito e si è più stanchi di quando si è andati a letto. “Quando vado a letto mi giro e rigiro fra le coperte. Guardo l’orologio. Leggo un libro. Guardo un film. Finalmente gli occhi si chiudono, spengo la luce, ma ecco che torna il primo pensiero disturbante, una nuova scarica di adrenalina che mi toglie dal torpore. Cerco di non pensare, ma ormai è mattina presto. Chiudo gli occhi. La sveglia suonerà fra due ore”.

Chi ne soffre: Milioni di persone al mondo. “Dormire male” è spesso ciò che più facilmente compare quando qualcosa non va.

Come si cura: Se si parla di insonnia collegata all’ansia, può essere molto probabile che nel momento in cui lo stato ansioso dovesse diminuire, anche la qualità del sonno potrebbe facilmente migliorare.

Le situazioni appena descritte col tempo possono facilmente portare allo sconforto. Possono sopraggiungere  tristezza e depressione, insieme ad uno stato di apatia: non si ha più il desiderio di fare nulla. Si è sfiduciati e l’ansia non ci dà tregua, ci rovina la vita. In questi casi serve una cura.

In altri casi, però, l’ansia ha anche una funzione positiva e non sempre bisogna vederla come qualcosa da curare.

Questa emozione è utile e adattiva quando:

• è un “segnale di allerta”, perché ci fa sapere che qualcosa non sta andando nel verso giusto;
• ci attiva in modo buono, quando, ad esempio, ci aiuta a metterci in gioco sul lavoro, a scuola, nelle occasioni importanti. 

In questi casi l’ansia è fisiologica ed è forse più utile accettarla che combatterla. Fa parte della nostra vita emotiva, non va curata, ma va presa come una parte di noi.

È utile curare l’ansia se gli stati ansiosi sono frequenti, intensi, tanto da  influenzare la nostra vita. Per capire se sei arrivato o arrivata a questo punto, chiediti: la mia vita, le mie scelte sono condizionate dall’ansia? Questa cosa mi fa star male?

A questo punto è utile intervenire perché una situazione di ansia acuta, che perdura a lungo, tende a consolidare nella persona che ne soffre delle convinzioni negative su di sé e sul mondo.

Sta capitando anche a te?

Spesso la persona che prova ansia, si sente in pericolo. La fatica si fa sentire, non sei più capace di trovare nuove soluzioni e non riesci a mettere in atto dei cambiamenti. Sei sfiduciato, senti di non avere speranza e non vedi vie d’uscita. Ti senti solo, impotente e hai paura di non essere capito o di deludere chi ti è vicino.

Queste convinzioni paralizzano e impediscono di cambiare.

Un parere esperto ti aiuta a:

• Vedere con altri occhi la situazione che stai vivendo 
  Lo psicologo ti ascolta senza giudizi, e potrai parlare liberamente. Il suo è un ascolto attento, capace di cogliere le fragilità che possono compromettere l’equilibrio psico-affettivo e scatenare l’ansia.

Ti aiuta con delicatezza a trovare nuovi significati possibili e nuove prospettive.

•  Vedere il divario tra razionale e irrazionale
  L’ansia è un sentimento prevalentemente irrazionale. Può scatenarsi all’improvviso e senza motivo oppure può capitare che, pur sapendo qual è la sua origine, tu non sappia come gestirla. Un professionista può aiutarti a mettere a fuoco queste sottili differenze che però, credimi, hanno   la capacità di mettere ordine nel caos.
• Costruire un’immagine di te più realistica
  Essere a conoscenza dei propri punti di forza e di debolezzaè molto importante per prendersi cura delle proprie fragilità, senza combatterle. Perché combatterle è spesso una battaglia persa. Ho visto, invece, che sviluppare la capacità di guardarsi sinceramente, ma con maggiore benevolenza, diminuisce la paura, l’ansia, e riattiva nuovi pensieri. Questo è molto utile per riattivare progetti futuri.

Vuoi provare a comprendere un po’ di più la tua ansia. Vuoi trovare un modo di uscire dalla situazione difficile che stai vivendo? Non aspettare di stare troppo male e di non farcela proprio più. Vale la pena vivere meglio di così.