MIO FIGLIO HA DEI PROBLEMI A SCUOLA. COSA POSSO FARE?

Alcune buone abitudini per i genitori alle prese con la crisi scolastica dei figli sono:

• Non drammatizzare: “non ce la farai mai a passare l’anno”, “ sta andando sempre peggio”;
• Non sminuire:“ma smettila di lamentarti, a tutti gli studenti capita di avere mal di pancia. Stai facendo dei capricci inutili”;
• Non deridere:“ma non ti vergogni a fare queste scene, sono davvero ridicole”;

Non  evitare la situazione: “ora non ho tempo, se mai fatti una bella dormita che ti passerà tutto”.

E’ bene considerare:

• La situazione per quella che è, più oggettivamente possibile; ad esempio che i voti non sono così brutti, oppure che alcuni buoni amici ci sono, non tutti gli insegnanti sono severi.
• Come il giovane vive la situazione, al di là del dato oggettivo. Ad esempio, studenti che studiano tutto, alla perfezione, ma davanti al professore o alla classe non ce la fanno a dire una parola. La testa è completamente vuota. Per loro è la cosa più spaventosa del mondo.
• L’intensità delle reazioni del giovane. Ad esempio se ci sono giorni che non riesce a scendere dal letto per andare a scuola, oppure se capitano vere e proprie crisi di panico.
• La frequenza con cui si verificano situazioni o episodi di difficoltà. Ad esempio, tutti i giorni, una volta al mese, magari in concomitanza dei compiti in classe.

L’impatto che tutto questo ha sulla sua vita. Ad esempio, se non vuole andare più a scuola. E’ triste e speso non ha più voglia di uscire nemmeno con gli amici.

• Essere bravi e vincenti a tutti costi, questo accade soprattutto quando il valore di se stessi, viene collegato direttamente ai risultati ottenuti. E’ bene dire il voto scolastico è rappresentativo del livello di preparazione dello studente in una data materia. Nulla ha a che fare con il suo valore come persona.
• Timore di rivedere i prof., e di rimettersi a studiare. Verifiche e compiti in classe sono l’incubo di molti studenti. Si teme di fare brutta figura con i prof., con i genitori, con i compagni. Di essere derisi e di vergognarsi a tal punto da rimanere completamente bloccati.
• Affrontare di nuovo le liti con i genitori. E’ una cosa certa dopo i primi brutti voti. L’incubo comincia. Non solo la scuola va malissimo, ma anche tutto il resto trema. In casa non si vive più. Pioveranno le punizioni. Niente più sport e niente più uscite con gli amici. Solo frustrazionee mortificazione.
• L’angoscia che la propria vita diventi esclusivamente scuola. C’è un lungo anno davanti, un anno pieno di doveri scolastici, di studio di compiti in classe. Tutti dicono che devi studiare, che è importante. E davanti a tutto viene messo lo studio. Ti senti solo.
• Timore dei coetanei, perché potrebbero non accettarti o peggio prenderti in giro ed escluderti, anche in modo crudele. Questo è uno dei rischi più temuti. Infatti, per i giovani è fondamentale nel crescere incontrare un gruppo di riferimento sufficientemente accogliente. Con il quale potersi identificare ed al quale appartenere. Questo aiuta a sperimentarsi al di fuori della famiglia.

Insonnia, difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni frequenti;

• ansia, sensazione di agitazione nel corso della giornata, che in alcuni momenti si può trasformare in panico e in vere e proprie crisi: palpitazione, sudorazione, fiato corto e sensazione di svenimento;
• sbalzi di umore nel corso della giornata: si passa da momenti di euforia a momenti di rabbia, nervosismo, tristezza;
• Irritabilità e nervosismo pervasivo, con dei momenti di grande impulsività e reattività;
• Malessere fisico, come: mal di pancia, mal di testa, tensione muscolare
• Disregolazione dell’alimentazione, con alternanze di momenti di grandi abbuffate e rigidi digiuni.

I momenti di crisi non sono facili da affrontare. Sono complessi ed è utile che la famiglia attinga a tutte le risorse che ha vicino.

• La scuola/gli insegnanti possono essere una risorsa utile. E’ bene confrontarsi e ricevere eventuali suggerimenti e strategie utili ad affrontare la situazione.
• Certo che studiare è importante, ma è importante anche investire su altro, che diventa energia supplementare nel momento in cui la scuola va male. Una boccata di ossigeno qualche volta ci vuole. Occorre trovare contesti buoni e valorizzanti, che riportino in vita le parti creative e generative dei ragazzi
• Quindi vuol dire una vita all’insegna del piacere? Certo che no. Perché non sostituire la punizione con “esperienze riparative”. Ad esempio, cercare qualche attività di volontariato in un ambito di interesse per il ragazzo. In modo che possa fare qualcosa di utile per sé e per gli altri: aiutare i più piccoli con i compiti? Oppure aiutare l’allenatore di calcio? Oppure aiutare nella bottega di qualche artigiano? In questo caso siate creativi anche voi!
• Se vi sembra che queste cose potrebbero non bastare, vi suggerisco di rivolgervi ad un esperto di problematiche scolastiche. Che possa aiutarvi a fare un quadro della situazione, ed individuare le priorità sulle quali intervenire. Intervenite prima che potete, perché in questi casi “prevenire è meglio che curare”.

Disinteressarsi della situazione e sperare che si risolva da sola non è consigliabile. In questo modo si corre il rischio di un aggravamento della situazione, e della difficoltà di poterla recuperare. 

Questo di contro non vuol dire che sia necessario essere super interventisti. Ma piuttosto interessarsi della situazione del ragazzo per valutare quanto e come aiutarlo ad affrontare il suo momento di difficoltà.

Genitori esausti e preoccupati possono reagire attivando punizioni severe nei confronti dei ragazzi. Tenete conto del fatto però che è importante non mortificare chi è già molto mortificato dai suoi insuccessi. Infettai la mortificazione non farà altro che aumentare l’insicurezza, la vergogna, la demotivazione e l’isolamento.

La scuola è portatrice di esperienze nella vita di tutti gli individui. Sia che vada bene, sia che vada male. Ciascuno può dire di aver vissuto esperienze di vita, vera ed intensa. Non va sempre tutto bene, anzi a volte va molto male. E’ proprio questa la sua forza di unire gioie e dolori, disfatte e conquiste. Può essere una buona palestra per misurarsi con tutto questo. Unisce svariati piani esperienziali: studio, prestazione, relazioni sociali con gli adulti, con i pari, confronto con le aspettative interne esterne, sperimentazioni di diverse parti di sé.

Non ti fare incasellare, e non perdere la curiosità di provare e riprovare anche quando le cose non vanno bene. E’ importante imparare i programmi scolastici, ma lo è anche imparare a stare nel mondo.