Tuttavia, mi capita spesso nel mio lavoro, di incontrare coppie, i cui partner, pur desiderando maggiori momenti di solitudine individuale, fanno fatica a legittimare questo bisogno, temendo di ferire l’altro partner o di compromettere la relazione.
In questi casi, è facile diventare insofferenti, nervosi, evitanti, talvolta ambigui e cadere in fraintendimenti, seminare dubbi e scatenare conflitti.
Ciò impedisce spesso di sviluppare il confronto necessario ad integrare nella relazione un modo più libero di vivere le esigenze di vicinanza e di lontananza di ciascuno, capendone le ragioni e forse rassicurandosi.
A mio avviso, sono circostanze che non per forza hanno a che vedere con una diminuzione dell’amore. Non credo che siano necessariamente dei segnali di crisi, dei modi per fuggire dalla relazione, ma spesso corrispondono a nuove esigenze di coppia, che cambiano nel tempo e che necessitano di riassettarsi reciprocamente, trovare nuovi equilibri.
Non bisogna temere di voler stare un poco più soli, oppure avere paura di concedere un po’ più di spazio al proprio partner.