IPOCONDRIA

Chi soffre di ipocondria si sente continuamente preoccupato per la sua salute: ha paura di ammalarsi, di sviluppare una grave malattia, addirittura di morire ed è molto attento a controllare tutti i sintomi fisici che possono essere segnale di un eventuale malattia.
Spesso, per sedare le proprie ansie, ci si sottopone a frequenti controlli medici.
È impossibile frenare i pensieri di preoccupazione, tanto che a volte si tende a riempire i discorsi con gli altri di questi argomenti. È frequente che ci si rivolga alle persone con cui si ha confidenza, vergognandosi invece di parlare delle preoccupazioni al di fuori della propria cerchia ristretta, temendo di fare brutta figura.

Di solito sfogarsi o confidarsi non sono di grande aiuto per la persona, perché le preoccupazioni non sono razionali e dunque le rassicurazioni razionali non valgono a nulla.
La razionalità non funziona proprio, e i buoni propositi e i convincimenti nemmeno. Spesso le stesse visite mediche non aiutano a contenere l’angoscia.
Inoltre, il parlare continuamente delle proprie preoccupazioni può acquisirle e scatenare dei meccanismi di auto suggestione, che possono perfino aumentare il disturbo.
Non va trattata come una normale malattia fisica, perché l’origine del disturbo non è fisico. Ci possono essere delle conseguenze fisiche, che però non sono la causa scatenante il disturbo, bensì la conseguenza. 
Faccio riferimento alle situazioni di somatizzazione: cioè quando si sviluppa un sintomo fisico in conseguenza ad uno stress psicologico. In questi casi possono essere frequenti ad esempio mal di testa, dolori muscolari, tensione addominale, ma che non vanno considerati il vero problema.

Va posta attenzione alla causa emotiva e scatenante il malessere, l’origine del disagio emotivo. Essa può non essere facile da riconoscere, dal momento che la persona stessa può far fatica a confrontarsi con una realtà o sentimenti difficili da accettare. Talvolta più che di una causa specifica si tratta di un insieme complesso di concause.

In sostanza il corpo si fa portatore dello stress, delle tensioni, di resistenze, insomma si oppone fisicamente a qualcosa, che in qualche modo è inaccettabile per la persona.
È come se ci fosse una parte interna, difficile da esplicitare, che combatte con tutte le sue forze per controllare le emozioni e le paure, che però si manifestano con tutta la loro forza su un piano somatico.
Può essere ad esempio il caso di persone che hanno la nausea tutte le mattine prima di andare a scuola oppure a lavorare. O ancora persone che traducono la loro insicurezza con la paura di perdere i capelli. O persone molto intimorite da tutto, che fissano la preoccupazione sull’ aver sviluppato un tumore. 
In qualche modo è come se le proprie tensioni interne, le preoccupazioni, le paure fossero dirottate e canalizzate sul disturbo fisico, sulla malattia immaginata, sul sintomo fisico, che aiuta in qualche modo a dare forma a tensioni incomprensibili per il soggetto stesso.

Livello di preoccupazione ed i pensieri continui ed intrusive possono essere anche molto invalidanti nella vita di una persona.ad esempio possono sabotare le relazioni amicali e quelle amorose.possono rendere molto difficile lavorare, o perché ci si trova anche impossibilitati fisicamente a uscire di casa o a permanere sul posto di lavoro, oppure i pensieri ipocondria sono così forti da affliggere la capacità di concentrazione sul lavoro, ma anche nelle situazioni ludiche.ad esempio è il caso di chi non riesce a guardare un film, oppure non riesce ad uscire a cena con gli amici, a causa del senso di pericolo e di urgenza che non si riesce in alcun modo contenere.

I disturbi ipocondriaci sono molto insidiosi, perché tendono a strutturarsi e cronicizzarsi nel tempo in modalità di pensiero e di comportamento che diventano molto difficili da modificare.non è una questione di buona volontà, di impegno, ma si tratta proprio dell’impossibilità di cambiare la situazione.
In questi casi è molto importante chiedere un supporto psicologico, rivolgendosi ad un professionista che possa aiutare a dare senso a ciò che sta accadendo. Sarà possibile guardare i sintomi da nuove prospettive, utili a comprendere meglio la situazione in cui ci si trova e i meccanismi che provocano l’angoscia, la paura, la tensione e il disturbo psicosomatico.
Spesso ci si deve porre come un investigatore, che con pazienza e costanza possa gradualmente recuperare gli indizi e individuare la giusta pista di ricerca per trovare “il colpevole”.

In alcuni casi può essere utile un supporto farmacologico che aiuti a contenere i sintomi e le preoccupazioni e che permette di fare spazio a nuovi pensieri e sentimenti, grazie alla diminuzione del costante senso di emergenza in cui si vive.

SE STAI MALE, VALE SEMPRE LA PENA PROVARE A STARE MEGLIO ❤️