SEI IN PERICOLO DI BURN OUT LAVORATIVO? ECCO COME CAPIRLO E COSA FARE

Improvvisamente succede un giorno che vieni assalito da una forte preoccupazione, da una sensazione di malessere. Magari non ti trovi al lavoro, ma in un contesto extra lavorativo assolutamente tranquillo.

Anche per questo la cosa ti coglie completamente di sprovvista. Ti spaventi e non capisci da dove possa arrivare questa cosa.

1. L’ansia (attacchi di panico, irrequietezza, pesantezza al petto) può presentarsi in situazioni non stressanti. Infatti, in questi momenti, proprio perché sei più tranquillo, le tue difese funzionano meno, e l’ansia ha più possibilità di mostrarsi. Mentre sul lavoro non ti permetti di entrare in ansia. Cerchi di tenere la cosa più sotto controllo.
2. In seguito a queste manifestazioni d’ansia e di stress sei preoccupato di star male di nuovo, magari nel contesto lavorativo (una riunione di affari, nel mezzo di un viaggio di lavoro). Convive con questo timore, che in certi casi ha un forte potere auto-suggestivo.
3. Ti accorgi di essere più stanco del solito, e che pur cercando di dormire di più non riesci a recuperare. La stanchezza ti rimane addosso.
4. Capita di avere difficoltà a concentrati. Devi leggere e rileggere le mail per capire cosa ti stanno chiedendo.
5. Ti sembra di non concludere nulla e di non riuscire a smaltire il tuo lavoro, che si accumula sempre di più.
6. La tua preoccupazione aumenta, anche perché spesso quella pesantezza al petto compare senza alcun preavviso. E tu rimani lì inchiodato alla tua sedia. Sperando che le persone attorno a te non se ne rendano conto.
7. Quando torni a casa, non lavori più la sera, perché ti è diventato impossibile.
8. Ormai non riesci più nemmeno a leggere un libro o a guardare un film. Perdi il filo, e ti metti a pensare a cose che riguardano il lavoro, ma in una maniera del tutto caotica.

Il ruolo “positivo” dell’ansia è quello di essere un segnale evidente che qualcosa non sta andando per il verso giusto. In qualche modo, obbliga a rallentare un po’ il ritmo e ad interrogarti su cosa ti sta accadendo.

C’è in ballo la tua vita, e la tua carriera lavorativa. Vale la pena occuparsi della situazione.

Ti viene il dubbio di un “esaurimento nervoso”. Sei preoccupato e non sai a chi dirlo. Con chi parlarne?

Non vuoi preoccupare i tuoi familiari, non vuoi dirlo al lavoro per evitare che la notizia possa emergere in qualche modo. Con gli amici sei in imbarazzo, perché non sei abituato a farti vedere così “fragile”.

In questo caso potrebbe essere utile chiedere un consulto psicologico e capire assieme ad un professionista esperto quali possono essere le ragioni che ti hanno indotto a perdere l’equilibrio ed essere così preoccupato.

Qui di seguito provo a darti qualche indicazione su cosa possa essere all’origine di una crisi lavorativa. Spero possa esserti utile a trovare spiegazioni a quello che ti sta succedendo.

In questo caso è utile capire perché, e da cosa sono provocati questi sentimenti. Ecco qualche ipotesi:

• hai perso motivazione nel tuo lavoro, ti annoi e non vedi possibilità di crescita futura.
• Vedi colleghi meno competenti, che vanno avanti e ricevono riconoscimenti. Perché sono appoggiati dalle persone giuste.
• Aspetti riconoscimenti, che non arrivano mai.
• Vorresti cambiare lavoro, ma pensi di non avere alternative e ti senti in gabbia

E’ necessario e utile fare un’attenta valutazione della situazione in cui ti trovi, per capire se è possibile ed il caso di mettere in atto dei cambiamenti.

Ad esempio perché:

• Il tuo capo continua a d aggiungere richieste alle richieste. E tu materialmente non puoi farcela. Ma non sai come dirlo.
• Temi di poter deludere e di perdere la posizione (fiducia e stima) che ti sei conquistato in tanti anni di duro lavoro.
• Lavori in un ambiente competitivo, dove si tende sempre a superare gli altri, a lavorare di più, ad essere i migliori.
• Tu stesso hai alte aspettative sul tuo lavoro. E diventi il peggior giudice di te stesso.

Queste sono tutte situazioni che espongono al rischio di fallire o insinuano il dubbio di non essere all’altezza dei compiti assegnati. Vale la pena affrontarle e capire come muoversi.

• I tuoi pensieri sono tutti concentrati sul lavoro. Durante la giornata, ma anche nel tuo tempo libero. La testa non stacca mai.
• Controlli e ricontrolli più volte le cose fatte, o quelle che hai da fare.
• Sei costantemente connesso alla tua casella di posta, per rispondere il più in fretta possibile a tutte le mail. Anche fuori dall’orario di ufficio.
• A te piace lavorare, e impegnarti a fondo. Anche perché senza il lavoro non sapresti cos’altro fare.

Essere molto dediti al lavoro, non è di per sé una cosa negativa, anzi da molti è visto come un punto di forza. E’ bene però riconoscere quando il lavoro diventa totalizzante. Ci sono situazioni in cui si sviluppa una vera e propria dipendenza dal lavoro. Ad esempio, quando non ne puoi fare a meno, diventa un pensiero ossessivo, stai male in vacanza.

• La sera esci molto raramente, e quando succede ti senti abbastanza fuori posto.
• Gli argomenti di cui parlano di solito le persone non ti interessano e le trovi banali. Ti annoi.
• Quando arrivi a casa non hai voglia di parlare con nessuno. E spesso non sai cosa dire.
• Nelle situazioni sociali provi un senso di estraniazione. E spesso ti trovi con il telefono in mano a controllare le mail.
• Ti riprometti di uscire con il tuo partner o di organizzare qualcosa da fare con la famiglia. Ma poi non trovi mai occasione di farlo.

Questi sono segnali del fatto che la tua personale “dimensione ludica”, cioè la parte di te dedita alla ricerca del piacere, sia in sofferenza. E’ quella parte sganciata da obbiettivi precisi e che si attiva per il semplice desiderio di fare delle cose che ti piacciono. Questa parte è importante, perché da essa dipendono la creatività, la possibilità di avere buone intuizioni e il tenere vive capacità relazionali empatiche. Tutti elementi utili anche nell’ambito del lavoro. Inoltre, la solitudine non aiuta a gestire e superare le situazioni di stress personale.

• Se durante la giornata ti occupi di tante cose diverse, e hai tante cose da fare è necessario giornalmente fare una scaletta delle priorità della giornata. Stabilendo quali sono le attività da fare per prime, per seconde e via dicendo.
• E’ utile porsi per la giornata degli obiettivi realistici, e non esagerare con una tabella di marcia troppo serrata. Includi gli imprevisti.
• E’ bene non fare molte cose contemporaneamente, perché altrimenti l’efficienza e la velocità nello svolgere il lavoro diminuiranno. Meglio affrontare una cosa per volta, in modo focalizzato e mirato e farla in via risolutiva.
• Ci sono poi delle attività, particolarmente complesse, che non si esauriscono in una sola giornata. In questo caso datti un tempo limite di qualche giorno per concluderle.
• Le attività che rimangono in sospeso, le devi in qualche modo “accantonare”, nel senso di rimandarle effettivamente al giorno dopo, o a data da stabilire. A volte può essere utile scriverle da qualche parte.
• Lavorare da solo e non contare sugli altri, può essere talvolta utile. Hai così l’impressione di non perdere tempo in inutili passaggi. Ma è anche necessario saper smistare le richieste che arrivano. E’ utile non assumersi compiti e responsabilità che spettano ad altri. Il segreto è “delegare” i compiti che non riguardano strettamente la tua competenza. Soprattutto nei periodi in cui il lavoro è già tanto.
• E’ molto utile non controllare continuamente la casella di posta. Soprattutto se ricevi molte mail nel corso della giornata. Dai la precedenza a quelle che riguardano direttamente il tuo lavoro. E datti dei “momenti blindati” (una data ora, un limite massimo di tempo) nel corso della giornata in cui guardarle.
• In particolare, la sera è utile darsi un tempo di decompressione dal lavoro. Magari stabilire un orario limite oltre il quale spegnere cellulare e computer. Questo potrebbe aiutare l’addormentamento e la qualità del sonno.

Nella tua vita nulla è cambiato, eppure improvvisamente “sei a pezzi”.

Possono essere molti i fattori scatenanti il burn out. Sicuramente non ci si arriva improvvisamente. E’, invece, un graduale esaurimento delle proprie energie, spesso senza la consapevolezza che questo stia accadendo.

Può avere a che fare con cambiamenti che riguardano la tua persona, nel senso dei tuoi bisogni e delle tue priorità.

Credo che ad ogni decennio che passa sia utile fare un ri-bilnciamento delle proprie priorità, lavorative, familiari, personali.

Si può trattare di usare e indirizzare le proprie energie in modo diverso e migliore rispetto alle tue esigenze di vita attuali.

Oggigiorno, anche le grandi aziende si stanno occupando di questo argomento. Dato che il fenomeno del burn out incide in maniera negativa sul rendimento del lavoratore, che ha una notevole ricaduta sulla produttività aziendale.

McKinsey & Company

Per riassumere, ecco ciò che può caratterizzare le persone a rischio di burn out lavorativo.

Non è necessario che questi fattori si presentino tutti contemporaneamente. Anzi è spesso frequente che solo alcuni di questi si combinino assieme.

• Ti dedichi in modo estenuante allo svolgimento dei tuoi compiti lavorativi.
• Hai alte aspettative sul tuo lavoro, sempre teso a dimostrare di essere bravo, ed eventualmente ancora più bravo.
• Ci tieni agli avanzamenti di carriera, e cerchi di ottenere tutti quelli che puoi.
• Sei molto attento alle dinamiche aziendali e difficilmente ti fidi delle persone che hai attorno.
• Anche se lavori in un team, hai la sensazione di essere solo e di poter contare solo sulle tue forze.
• Non deleghi quasi mai.
• Le ore di lavoro sono in media da 10 a 12 giornaliere, ma anche di più.
• Ricevi molte mail, che cerchi di smaltire nel più breve tempo possibile. Controlli la tua casella di posta elettronica molte volte nella giornata.
• Spesso anche la sera, quando vai a casa, ti metti a lavorare per portarti avanti con il lavoro
• “Lavorare” è quasi sempre l’ultima attività che fai alla fine della tua giornata.
• Spesso quando sei a letto pensi alle cose che hai fatto durante la giornata. Verifichi nella mente il lavoro fatto, lo ricontrolli.
• Oppure pensi alle cose che devi fare il giorno successivo.
• Dormiin media 5-6 ore a notte. La mattina spesso ti svegli molto prima dell’ora necessaria ad arrivare puntuale al lavoro.
• Sei sempre uno dei primi ad arrivare al lavoro e spesso uno degli ultimi ad uscire.
• Sei talmente abituato a lavorare, che non ti viene in mente di fare altro nel tempo libero. Non sapresti che altro fare.
• Raramente ti capita di uscire la sera o di incontrare amici nel tempo libero.
• I tuoi familiari li vedi poco, e sono abituati a vederti lavorare spesso. Per loro è una cosa normale.

Prenditi cura di te stesso e pensa che le tue energie non sono infinite.